giovedì 25 luglio 2019

Il cane dei sogni

Questo è il Bakù, il mio cane dei sogni. In Giappone un Baku è un demone che si nutre degli incubi delle persone. Da quando vive con me, il mio cane ha acquistato questo nome soprannaturale a cui ho aggiunto un accento per dargli importanza e un articolo per ricordare a tutti che per me è un essere speciale.
In effetti la storia del mio Bakù è molto molto particolare. Nessuno conosce con esattezza quando e dove sia nato e quale sia la sua storia prima del giorno in cui è stato sequestrato nel garage in cui era stato rinchiuso per sette anni con altri sette cani.
Io so che in passato ha sofferto la fame e ha dovuto sviluppare un’astuzia da vera canaglia per guadagnarsi un bocconcino di cibo per sopravvivere.
È bastato dargli da mangiare e fargli conoscere gli spazi aperti per cambiare il suo umore cupo. Nella sua nuova casa il Bakù ha smesso di combattere per avere quello di cui ha bisogno. Non gli manca mai la libertà di correre tra i prati quando ne ha voglia e può soddisfare senza sforzi la sua sete e il suo appetito.
A volte penso però che il mio cane non soffra più la fame perché ha digerito tutta la malasorte che aveva conosciuto. La cosa strana è che più passa il tempo e più mi accorgo che anche nella mia vita le avversità e le preoccupazioni non urlano più in modo spaventoso.

giovedì 27 aprile 2017

Consigli di lettura:

Poesie in vaso di Laura Ruggeri:

 

 Nei vasi di solito si mettono le più disparate pietanze per conservarle sott’olio, sott’aceto, sotto spirito e in mille altri modi che non sto qui ad elencare. 
   Io, nel mio vaso, ho messo istanti, incontri, emozioni, riflessioni, e li ho trascritti in parole che hanno assunto, per me, il gusto della poesia. Nel senso che hanno acquisito il sapore di qualco­sa di semplice, immediatamente comprensibile, trasparente, melodico.
  Sono versi cristallini come la verità. Essenziali come un sentimento che vuole essere vissuto. Necessari come un sapere che si apprende. E per questo degni di essere conservati.
  Il segreto del gusto delle mie poesie? Il piacere di trovarle scritte quasi da sé sulla carta, e la certezza di sapere che, anche per questo, rimarranno.

martedì 14 marzo 2017

Li preferisco cattivi

I personaggi cattivi non esistono in maniera assoluta, esistono “in modalità provvisoria”. L’identità permanente, che definiamo essenza, va al di là delle etichette o dei giudizi e si lega più a un gesto, a un’azione, a un fare, a un sentire piuttosto che a un’immagine. Le immagini vanno bene per la mente: le servono per mettere a fuoco e in ordine un concetto di sé che altrimenti essa, con il suo modo di operare analitico, non potrebbe comprendere.
In ogni caso, nelle storie che solitamente ascolto e leggo preferisco i personaggi che fanno del male. In me c’è la convinzione che le loro mostruose gesta operino, in fin dei conti, per il bene di tutti.
La ragione è semplice: la malvagità disturba, crea scompiglio, provoca conflitti, desiderio di fuga e di cambiamento. Il male, più che il bene, muove l’azione verso l’ordine. Tutto si dirige verso l’armonia, ma per esserci l’armonia bisogna entrare nell’occhio del ciclone, attraversare il caos e conoscere il male.

sabato 11 marzo 2017

Dove vanno a finire le persone tristi?

La piccola fiammiferaia 

 

  La piccola fiammiferaia è una di quelle favole che molte persone tendono a evitare in quanto viene ritenuta troppo triste. Ciò che deprime toglie energia. E allora a cosa serve il dolore? 
  “La vita è semplice, ma non è facile”, questo mi disse un giorno una persona saggia. Non sempre le cose, per quanti sforzi facciamo e la buona volontà che ci mettiamo, vanno per il verso che noi vogliamo. E’ inutile fasciarsi la testa o farsi troppe illusioni. Non va sempre tutto bene.

lunedì 9 gennaio 2017

Realtà o fantasia?


Spesso si guarda alla fantasia come a un universo staccato dal reale, una sorta di torre d’avorio isolata dall’edificio che racchiude la vera vita. In questo senso il termine fantasia equivale a illusione, finzione. Ma è davvero così?
  Seguiamo questa immagine e proviamo a spostare l’occhio dalla “torre” e a vedere cosa vi è costruito intorno. Si tratta di una fortezza, di un muro alto, fatto di grosse pietre rettangolari che  rappresenta il mondo così come lo percepiamo e viviamo a fior di pelle, seguendo la logica. Dentro questa fortezza proteggiamo la nostra dimora, quella in cui prospera il mondo segreto del nostro essere, quello che non si vede, la cui unica prerogativa è che c’è e che può essere scoperto solo da noi. Il mondo benedetto della vita concessaci in questa piccola porzione di universo. Ma le due costruzioni, quella del mondo esterno, visibile e fortificato, e quella del mondo nascosto, invisibile, sono davvero isolate e distanti?