martedì 14 marzo 2017

Li preferisco cattivi

I personaggi cattivi non esistono in maniera assoluta, esistono “in modalità provvisoria”. L’identità permanente, che definiamo essenza, va al di là delle etichette o dei giudizi e si lega più a un gesto, a un’azione, a un fare, a un sentire piuttosto che a un’immagine. Le immagini vanno bene per la mente: le servono per mettere a fuoco e in ordine un concetto di sé che altrimenti essa, con il suo modo di operare analitico, non potrebbe comprendere.
In ogni caso, nelle storie che solitamente ascolto e leggo preferisco i personaggi che fanno del male. In me c’è la convinzione che le loro mostruose gesta operino, in fin dei conti, per il bene di tutti.
La ragione è semplice: la malvagità disturba, crea scompiglio, provoca conflitti, desiderio di fuga e di cambiamento. Il male, più che il bene, muove l’azione verso l’ordine. Tutto si dirige verso l’armonia, ma per esserci l’armonia bisogna entrare nell’occhio del ciclone, attraversare il caos e conoscere il male.

sabato 11 marzo 2017

Dove vanno a finire le persone tristi?

La piccola fiammiferaia 

 

  La piccola fiammiferaia è una di quelle favole che molte persone tendono a evitare in quanto viene ritenuta troppo triste. Ciò che deprime toglie energia. E allora a cosa serve il dolore? 
  “La vita è semplice, ma non è facile”, questo mi disse un giorno una persona saggia. Non sempre le cose, per quanti sforzi facciamo e la buona volontà che ci mettiamo, vanno per il verso che noi vogliamo. E’ inutile fasciarsi la testa o farsi troppe illusioni. Non va sempre tutto bene.