Dove vanno a finire le persone tristi?

Dove vanno a finire le persone tristi?  

La piccola fiammiferaia  

 

  La piccola fiammiferaia è una di quelle favole che molte persone tendono a evitare in quanto viene ritenuta troppo triste. Ciò che deprime viene ritenuto togliere energia e allora a cosa serve ascoltare il dolore? 
  “La vita è semplice, ma non è facile”, questo mi disse un giorno una persona saggia. Non sempre le cose, per quanti sforzi facciamo e la buona volontà che ci mettiamo, vanno per il verso che noi vogliamo. E’ inutile fasciarsi la testa o farsi troppe illusioni. Non va sempre tutto bene. Spesso ci mettiamo l’anima nelle azioni che compiamo, eppure il risultato tarda ad arrivare. A volte tutti ci voltano le spalle, rimaniamo soli o inascoltati e la sofferenza che gela il sangue che abbiamo in corpo paralizza i nostri pensieri. La mente rimane sintonizzata sullo stesso lamento e più che una melodia, la musica che sentiamo suonare è un rumore che fa stridere le ossa. Solo le nostre però. La vitalità a poco a poco ci abbandona e pure i sogni che ci appartengono finiscono per essere fugaci apparizioni che svaniscono appena fanno capolino nel torpore delle nostre notti.
  La piccola fiammiferaia è immersa nel sonno che avvolge tutte le persone tristi. Sono uomini, donne, bambini che hanno perso la forza di combattere e anche l’energia restante per sperare si consuma nel tempo breve in cui brucia un fiammifero. Perché biasimare coloro che non ce la fanno o che rimangono indietro sopraffatti da eventi troppo grandi per loro? 
  La realtà che accomuna molti infelici è quella di non avere alcuna possibilità di poter cambiare le circostanze. Le uniche alternative rimangono la rabbia esplosiva o la dimessa rassegnazione. Il freddo che porta via con sé tutte le energie della piccola fiammiferaia ammanta di gelida malinconia la profonda solitudine di persone come Elleanor Rigby nell'omonima canzone dei Beatles. E’ la malinconia di coloro che non sanno vivere che di illusioni, ricordi e rimpianti per riempire spazi vuoti o impedire di lasciarsi stordire dai troppi silenzi che ingombrano le loro giornate.
  Le favole, si dice, finiscono sempre bene. Eppure qualcuna più di altre parla di tragiche rese senza vie di scampo a nemici soverchianti. In realtà non si tratta di discorsi di sopraffazione. Si parla solo di vita, quella vera, fatta di vittorie, ma anche di sconfitte. La “piccola” storia narrata da Andersen ha come protagonista un’umile anima che, constatata la superiorità degli eventi sulla sua volontà, decide di assecondare la sua sorte e si prepara a mettere in scena l’ultimo atto della sua esistenza passando in rassegna i sogni mai realizzati. Tutti tranne uno: quello di sentire accanto a sé il calore che non ti abbandona mai, ossia il calore delle persone che ci vogliono bene. Perché a ogni essere umano spetta il proprio spazio di pace: nel cielo o in una canzone.  
  Ho sempre creduto che la piccola fiammiferaia non avesse lasciato spegnere il suo slancio vitale come pensano tutti guardando all’immagine dei fiammiferi che si consumano uno dopo l’altro. Ben più grave sarebbe stato non provare ad accendere quelle fiamme per osservare i desideri che portano in loro. Le sensazioni di serenità in esse impresse sono indispensabili a disegnare il bel sorriso che compare sul volto della bambina che alla fine della storia giace inerme al suolo. E’ il sorriso di chi ha saputo scovare la vera luce che scalda nei momenti bui della vita. E ha potuto varcare la soglia della disperazione fin lì provata per rinascere al mattino come persona diversa. 
  Non tutti scappano di fronte al dolore, proprio o di chi li circonda. C’è anche chi sente di più degli altri e non è in grado di sottrarsi al tumulto di emozioni che trova sul suo cammino. Sono le persone che non dimenticano o che non si voltano dall’altra parte quando si imbattono in piccole fiammiferaie. Sono le persone che sono in grado di comprendere e perciò di rendere indimenticabile un’esistenza che altrimenti sarebbe passata inosservata. Ci vuole coraggio a non girare le spalle e a non lasciare in un angolo le persone tristi e sole. Ci vuole forza a parlare con o di loro e ad aiutarle a spiccare il volo da terra. 
  A cosa servirebbe altrimenti la tristezza nascosta dietro al dolore se non a desiderare di trovare un posto nuovo in cui riporre lo splendore che alberga in tutti noi? E’ una delle forze armoniose che ci aiuta a compiere quel passo che trasforma il mondo così come lo conosciamo e a riappropriarci di un senso smarrito. Grazie ad Andersen la piccola fiammiferaia al termine della sua storia lo fa in una notte fredda di fine anno. Ciascun istante in questo mondo, anche il più desolato, è colmo di poesia. Basta solo avere occhi per vederlo.

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