La bambola di sale

La bambola di sale

Autore ignoto
(Storia zen)

Il nostro è un percorso misterioso, più o meno accidentato, che scorre come un fiume. Prima o poi però finiamo tutti nel mare.


Su una remota montagna abitava una bambola di sale. Trascorreva la sua vita tra boschi di pini e di abeti che si alternavano a distese d’erba e di fiori.
Da un vecchio che percorreva gli antichi sentieri sentì parlare del mare. Non sapeva cosa fosse e pensò di andarlo a cercare.
Si mise in viaggio. Dopo alcune settimane la ricca vegetazione lasciò il posto a luoghi più aridi, fino ad un ampio deserto, che la bambola dovette attraversare.
Quando giunse di fronte al mare, rimase a lungo in silenzio. Non riusciva a capire. Allora chiese al mare: - Chi sei? -
- Sono io – rispose il mare.
- Non capisco, – disse la bambola di sale – come posso conoscerti? -
- E’ semplice, - disse il mare – toccami. -
La bambola si avvicinò e mise lentamente un piede nell’acqua. Avvertì una strana sensazione, ma non era dolorosa, come un inizio di comprensione.
Quando ritirò il piede, vide che le sue dita non c’erano più. Se ne lamentò con il mare, che disse: - Non essere triste. Hai offerto qualcosa di te per capire. -
La bambola contemplò ancora quella grande distesa mobile. Quindi avanzò nuovamente nell’acqua. A ogni passo qualcosa di lei si staccava, si scioglieva, lentamente. Ma più procedeva più si accorgeva che una parte di sé la lasciava e più aveva la sensazione di capire meglio. Ma non riusciva ancora a dire cosa fosse il mare.
Chiese un’ultima volta al mare: - Chi sei? -
Parlò il mare con la voce della bambola o la bambola con la voce del mare?
Un ultima onda inghiottì ciò che restava di lei. Scomparendo nell’acqua che l’avvolgeva e la trascinava chissà dove, un’unica voce disse: - Sono io. -

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