Orizzonte del blog

Orizzonte del blog


   Il senso non riguarda tanto il passato. Ha più a che fare con la direzione che una persona segue per procedere verso un luogo in cui vuole arrivare. Un luogo ancora sconosciuto, che lo sguardo può solo intravvedere all’orizzonte, ma che evoca a chi lo scruta la possibilità di distinguere la presenza dei paesaggi che fanno parte della sua anima.
   Lo spazio verso cui guardo nel blog è quello della favola, del mito, della leggenda, del racconto fantastico. Punto verso quell’universo immaginario e quei personaggi di cui è popolato perché essi sono splendide proiezioni del nostro mondo interiore e del nostro sé più autentico.
   Per capire la loro vera natura però, occorre avere il desiderio di girare la chiave, indispensabile a decodificare quel linguaggio segreto di cui essi sono portatori. Il messaggio che si può apprendere varcando la soglia di queste storie, cambia in base alla profondità della lettura, alle nostre conoscenze ed esperienze di vita. Molto spesso si tratta di una comprensione che si può cogliere solo se ci sentiamo disposti ad aprire la porta ai nostri demoni, fantasie, limiti e paure, intesi come la nostra parte oscura, scomoda, fuori controllo, imprevedibile, sorprendente, quella che la razionalità stenta a considerare degna di essere accolta.
   L’orizzonte è una linea di demarcazione che suggerisce a chi la osserva che il suo sguardo non si può spingere oltre lo spicchio di mondo in cui si trova. Al tempo stesso però, è anche un’esortazione a esplorare il centro del suo cuore, a ricordare che in quello spazio definito può seguire una traiettoria sconfinata in cui la prospettiva è in movimento, si apre all’infinito.
   Quando l’osservatore riesce a intuire all’orizzonte il senso della sua stessa vita, la direzione in cui intende procedere, smette di essere un semplice spettatore e inizia finalmente a scegliere, creare e ad agire nel mondo al ritmo del suo passo.
  In questo spazio telematico, quindi la dimensione dell’errare ha un ruolo centrale. Il vagare senza sapere dove condivide con il racconto immaginario, ma anche col sogno, l’intento di affrontare il territorio straniante dell’ignoto, che spesso spaventa, e di giungere a una nuova comprensione delle cose. Il difficile sta solo nel partire.
   Il mio vuole essere dunque un viaggio d’iniziazione lungo le oscure strade dell’animo umano, affollate di immagini che ci suggeriscono come seguire la nostra personale “narrazione”. Perché ciascuna persona porta in sé il germoglio della propria storia: qualcosa di ereditato dal passato, ma ancora interamente da compiersi.
   La prima cosa da fare con questa storia è lasciarla scorrere senza cedere al turbamento quando indugia sugli ostacoli che ingarbugliano il quieto fluire del raccontare. Questi impedimenti rivelano la presenza di un limite: l’orizzonte del conosciuto. Sono incontri con l’inatteso, l’ignoto, la sofferenza, la paura e ci conducono lontano dal luogo in cui siamo ora, imponendoci un cambiamento: di prospettiva, di pensiero e di azione.
   Il mio intento raccogliendo e scrivendo storie che incantano è quello di ritornare a quel lascito fuori dal tempo da difendere e tramandare alle generazioni a venire: la fantasia.
  Quando nulla sembra andare per il verso giusto e all’orizzonte non si vedono soluzioni, per uscire da un grosso problema l’unica strada da percorrere rimane quella di affidarsi all’immaginazione e alla sorpresa. Darsi il permesso di provare stupore è un abitudine che non dovrebbe mai essere abbandonata, perché è nel momento in cui lo sperimentiamo che incontriamo la vera bellezza.
  Eccoci qua dunque pronti a sorprenderci affrontando un viaggio in un altro dove e a tuffarci al centro della nostra vita. Perché per seguire una direzione si opera sempre una scelta e spesso si tratta di una scelta dell’anima. Venitemi dietro e vi mostrerò come.





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